brasaty

Se il brasato parlasse? Sarebbe avvelenato!

venerdì 21 gennaio 2011

Un'anziana a gambe aperte presenta il fenomeno del fashion blogging

È arrivato il momento attesissimo (ma dove?) di parlare di qualcosa che mi sta molto a cuore, parlare di una pagina Facebook che mi ha rubato il cuore, ma prima: una vecchia troia pazza fotografata da David Lachapelle.


Quanto vorrei partecipare ad una festa americana con questi sciocchi personaggi! Party in the USA con Miley Cyrus.

Comunque, oggi parlerò di qualcuno che fa del VELENO PURO.  Ma prima un breve excursus:
Il fashion blogging è un fenomeno che nasce alcuni anni fa e che riguarda principalmente delle SCIOCCHERELLE (utilizzo il genere femminile per includere volutamente sia le donne che le sfrante) che scrivono di moda sui propri blog. A livello internazionale, il fashion blogging è riconosciuto come fonte di guadagni da milioni di dollari, con blog molto apprezzati e affidabili come The sartorialist o Manolo's shoe blog. Ovviamente l'industria della moda sfrutta il fenomeno, con grandi e piccole case di moda che regalano ai blogger dei loro vestiti o accessori (un po' come fanno con le celebrità) o pagandoli per proporre determinati look che si vogliono "spingere". E così i guadagni del fashion blogger aumentano, anche grazie a Google AdSense e alle odiose pubblicità tra un post e l'altro...
E in uno schiocco di dita sei milionaria e icona di stile

Beth Ditto è una che, se non avesse fatto la cantante, sarebbe stata un'ottima fashion blogger.


Un mestiere così non può che fare gola diventando in breve tempo, dopo LA VELINA, la nuova risposta alla domanda "cosa vuoi fare da grande, dillo a nonna?"... Specialmente in Italia, dove il guadagno facile viene cercato da TUTTI (tranne che da Lele Mora, che ormai gira pubblicità di merda offrendosi per un euro). Ma se gli italiani sono tanto bravi a fare gli stilisti, meno lo sono a fare blogger di moda: infatti se l'attività principale dovrebbe essere la scrittura critica, le fescioncretine italiane preferiscono farsi fare mille foto (le più poracce le foto se le fanno con la Nikon in autoscatto) con degli outfit sapientemente creati a cazzo, scrivendo INDOSSO UNA BORSA DI GUCCI, QUANTO MI PIACE! IL VESTITO È DI VIVIENNE, LE SCARPE PRADA. Parole seguite da 360'000 fotografie inutili.
Riflessione: puoi anche indossare capi di grandi stilisti, ma c'è un sottile confine tra sembrare un'icona di stile e una contadina ucraina / una battona dell'Est Europa arricchita / una versione malriuscita di Malefica della Bella addormentata nel bosco.


E qui entra in ballo la mia pagina Facebook preferita, 

La pagina prende in giro le mise improbabili, ridicole, volgari e incompetenti di Sua Somma Sedicenza Chiara Ferragni (una abbastanza conosciuta sedicenty) e della sua corte di aspiranti sedicenty (con la -y, da usare sia al singolare che plurale: un neologismo trashy!). E siccome queste care amiche hanno tutte aspirazioni internazionali, scrivono i loro post sia in italiano che in inglese per attirare un pubblico più vasto. Peccato che l'inglese utilizzato sia ad un livello infimo, peggio di quello scolastico: le sedicenty utilizzano infatti l'inglese automatico di Google Translate, come ci dimostra questo bell'esempio, preso da un blog pieno di fondotinta e scritto da una che vive a Downtown Galliate:
The outfit you see in these pictures is what I wore Saturday night for the fashion show Men / Women of Seville (soon will the photos), because of work I believe that it alone will be referred to attend, but I will refer for the week women's fashion.

Poi c'è una disperata di Catanzaro (Catanzaro is the new fashion Mecca!) che ha un ciondolo comprato da una venditrice Avon a forma di Tour Eiffel (ed è subito PARIS!) e una cazzo di borsa Renato Balestra (Avon, Tour Eiffel, Renato Balestra... già qui basterebbe per chiuderle il blog e denunciarla per oltraggio al pubblico pudore), si fa foto con dei motorini Aprilia e inginocchiata sul marciapiede indossando un maglione del padre e si crede una novella Audrey Hepburn quando invece persino Paperina balaora de flamenco ti fa un baffo!

Insomma, se volete diventare fashion blogger non dovete partire dal farvi regalare dal PAPI una reflex e un guardaroba da grido, ma dal fare:
- un corso d'inglese;
- un corso di scrittura creativa italiana;
- una full immersion di studi di moda;
- un salto dal chirurgo o, per le meno abbienti, da un bravo make up artist per fare la magia e rendervi sublimi;
- un corso di Adobe photoshop CS5. Insomma, imparare a fare qualcosa di più che usare il Clone tool per togliere i brufoli e l'aumento della saturazione e del contrasto per fare l'effetto "disagio anni '70" che va tanto di moda.

...e se dopo aver fatto tutto questo sarete ancora convinte di voler sprecare il vostro tempo a giocare a fare le bimbominkia alla moda... non avrete capito un cazzo.

mercoledì 12 gennaio 2011

Lele Mora per Alfonso Luigi Marra OVVERO Lo spirito di un'attrice di serie B si impossessa di un noto talent-scout per promuovere i soliti libri astrusi

Premessa: per dare il titolo ai miei Brasati mi piace seguire uno schema, che forse qualche lettore avrà già colto. Ad esempio, guardando i vecchi titoli:
In questo caso però ero indeciso se intitolarlo "un noto evasore fiscale promuove una pubblicità per un libro  di cui s'è già parlato" o "un ex parrucchiere che non si definisce critico trova bellissimo un libro di Alfonso Luigi Marra" o ancora "ALFONSO LUIGI MARRA 2: la vendetta del Labirinto". Beh il titolo può essere solo uno e quello che è, È.


Per chi si fosse perso la prima parte di questa stramba recensione pubblicitaria, le mie opinioni sono già state espresse su Un'attrice di serie B presenta un epistolario in sms incompreso OVVERO Cosa che mi perplime nello spot per Il labirinto femminile di Alfonso Luigi Marra con Manuela Arcuri che vi invito a leggere.

Ma poteva finire così? Ossia con una brutta pubblicità per un libro di cui non si trovano recensioni se non "èBBellissimo" detto dalla Arcuri, e che si trova solo nell'edicola di Piazza Duomo a Milano? Certo che no! Infatti, dato che non tutti sono ancora stati ammaliati dalle precedenti pubblicità per i libri di Alfonso, ecco arrivarne una quarta, con... Aldo Busi? Philippe Daverio? Lo spirito di Alda Merini? NOOO! Ah, ok... con Federico Moccia? Francesca Cipriani? Victoria Silvstedt? Ancora NO, però ci stiamo avvicinando, infatti il nuovo testimonial è un altro uomo di cui tutti ammiriamo la sobrietà, le doti culturali e i gusti in fatto di letteratura italiana, LELE MORA!


Anche in questo spot ci sono diverse cose che non vanno, anche se a differenza dei precedenti è VOLUTAMENTE trash e ridicolo.

1) LELE MORA? Vabbè, peggio di Manuela Arcuri non poteva essere, ma anche lui non è certo la persona da cui mi interesserebbe farmi consigliare un libro da leggere, specialmente perché dicendo "Il labirinto femminile è il libro più straordinario che ho mai letto" è un po' come dire, fra le righe, che tempo per leggere un bel libro non ne deve avere avuto mai tanto. E attenzione, io il libro non l'ho letto, ma a priori e in maniera assolutamente ottusa non penso che possa essere migliore delle opere di certi BISONTI della letteratura. Certo che se il libro è scritto allo stesso modo della lettera di protesta di Alfonso Luigi Marra o dei testi dei suoi spot pubblicitari, lo troverei pesante. E infatti passiamo ad un altro problema...

2) LO SCRIPT. Mi prendo la briga di trascriverlo così riuscirò anche io a capirlo meglio.
Specchio, specchio delle LORO brame! Dì pure a costoro che ciò che riguarda Marra è sempre la cosa più brutta del reame! NON SONO UN CRITICO, ma Il labirinto femminile è il libro più straordinario che ho mai letto e allora mi sono offerto PER UN EURO di rompere io il silenzio assordante di quelli che dovrebbero parlare ma credo temano causi gli attesi cambiamenti. LEGGILO! È davvero bellissimo.
ORA, io in questo testo trovo tanto cavalcare l'onda della polemica del fallimentare spot precedente con la Arcuri e poca promozione del libro. Io non comprerei mai un libro (DUE, perché ci viene ficcato in mezzo allo spot pure l'altro!) perché ha suscitato polemica, ma giudicare dalle vendite de Il codice Da Vinci però forse in tanti farebbero l'opposto (-ma poi, il libro non ha nemmeno suscitato polemica per i contenuti, solo per la sua orribile pubblicità!). La frase iniziale vede una citazione simil-fatata seguita da una MAREA di vittimismo che evidentemente Alfonso Luigi Marra tira sempre un po' in ballo. Il sottolineare la propria scritturazione per fare la pubblicità al costo di un singolo euro è una tattica squallida per dire "l'ho fatto per una giusta causa, non per i soldi" (-e ci mancherebbe altro, di quelli ne hai già abbastanza-) e far parlare di euro proprio lui, noto evasore fiscale, è una manovra giusta per farlo sembrare onesto e pieno di umiltà nell'apprezzare il libro. Impegnato nel sociale e nel mondo delle "giuste cause" come Enrica Bonaccorti che difendeva i cani nel 2002.

3) IL SILENZIO ASSORDANTE. Il testo, sulla falsa riga degli altri, è sempre intriso di costruzioni pesanti, decadenti e vetuste. Dopo "lo strateg(g)ismo sentimentale che ha enormemente influenzato il cammino della civiltà" passiamo a "il silenzio assordante di quelli che dovrebbero parlare ma temono causi gli attesi cambiamenti". Ora, gli attesi cambiamenti che io mi aspetto sono la fine di una classe politica ormai logora, un ridimensionamento del Vaticano, e la scomparsa di Barbara d'Urso, Juliana Moreira e di Lorena Bianchetti dagli schermi televisivi per almeno i prossimi 15 anni. Da come parla Lele Mora, invece, pare che il libro provochi degli attesi cambiamenti dentro ogni lettore, ma nessuno di coloro che l'hanno letto lo voglia dire. E per questo arriva LUI, il prescelto, a rompere il silenzio ("assordante", perché chi l'ha letto tace ma tutti coloro che si basano sulla mera superficie pubblicitaria e arcuriana ne blaterano continuamente). 

4) LA NENIA MACABRA/REQUIEM. Ormai ovunque vai, in tutta Italia, senti la macabra nenia musicale alla Dario Argento che ci accompagna anche in questo quarto spot. Inizio a pensare che anche la musica sia opera dello straordinario genio incompreso di Alfonso, perché altrimenti non avrebbe senso utilizzarla in quattro pubblicità diverse. O forse si! Ho capito tutto! La musica, che di per sé ispira una sensazione di problematica negatività, crea un sottile filo rosso che lega le diverse pubblicità, associando questo malessere musicale alle tematiche dei libri (la pissicosi, lo strateggismo, la depressione). La nenia macabra serve dunque a prepararci a un tomo pieno di mistero, suspense, arcano.

5) L'ALTRO LIBRO. Dopo il solito conto alla rovescia emotivo che fa palpitare gli animi di chi guarderà il video su Youtube, vediamo un effetto magico e molto (MOLTO!) elaborato che produce... Non un libro ma DUE! Una "saggia tattica" per pubblicizzare, in maniera subliminale, anche La storia di Giovanni e Margherita, sempre cavalcando l'onda della "polemica" -fa ridere definirla tale-. Trovo che sia inutile mettercelo in mezzo, anche perché Lele Mora non lo considera neanche di striscio! Probabilmente è stato aggiunto in fase di montaggio "mettiamoci pure quell'altro libro che gli diamo un po' di visibilità".

6) LA MAGGIA. Lele Mora, comparendo magicamente di lato con sullo sfondo uno specchio e creando un'atmosfera da Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò fa da tramite verso un mondo fatato, quello contenuto nel Labirinto (che ricordiamoci, è uno studio legale con Luisa e Paolo). Confesso che lui mi ricorda un po' il figlio segreto di Moira Orfei (per il colore della camicia e l'espressività delle sopracciglia) e Alfred Hitchcock (con quell'indole da prezzemolino che compariva tra un omicidio ed un altro). Lo spot manca degli improvvisi tagli-zoom incompetenti del precedente spot della Arcuri, quindi è già un passo in avanti, ma anche se a livello visuale ci siamo, a livello testuale siamo lontani anni luce da una pubblicità fatta come si deve.


7) IL VERO STRATEGGISMO. Il vero strateggismo -non sentimentale ma economico- consiste nel voler a tutti i costi cavalcare un'onda di polemica che non riguarda il libro, né i suoi contenuti (al massimo la terribile copertina), ma piuttosto la viralità sul web dei precedenti video: una vera benedizione per le vendite dell'ultimo libro di Alfonso Luigi Marra, che è diventato un feticcio trash da avere -nemmeno da leggere- solo perché è stato pubblicizzato in maniera indimenticaBBile. E dato che tutti i miei amici lo cercano solo per farsi una foto avendolo tra le mani, ora lo voglio anche io.

martedì 11 gennaio 2011

Viaggio tra le donne trash 5. VALENTINA PITTO / TACCHI ALTI

Sulla barra a sinistra del Brasato Avvelenato leggiamo:




È un blog di trashate, l'unico approvato dalla dott.ssa Alma Tirone, dal leggendario sguardo sofferente di Barbara d'Urso, dall'attrice e cantante Maria Grazia Buccella, dal fenomeno Laura Scimone,  da Valentina Pitto (e dai suoi TACCHI ALTI), dalla docente parapsicologa Lady Barbara, dalla locandiera Elsa Murru, dalla big babol Daniela Goggi, dalla Sedia Sara (amica di quel troione della Pimpa), da Webreginetta e dalla sbarba più ambita della 3^ E, Marta Brugola!
A quella vacca di Gemmadelsud invece non piace.


Qualcuno potrebbe chiedersi "ma chi sono queste strepitose GHESTER?" per questo viaggeremo insieme nel mondo dei personaggi femminili trash. Eccoci alla QUINTA parte del nostro viaggio.




5. VALENTINA PITTO / TACCHI ALTI.

HEY! VOI! COME VI PARE?!

Questa ragazza genovese è una mia personale favorita: non ha bisogno di presentazioni, il suo video girato indossando un paio di scarpe con un tacco (che sarà stato un tacco 4) e una giacca in pelle da GHESTER/FONSI è stato un must dell'anno scorso. Dopo averci fatto notare che è pronta per una festa in alegria e compania, ecco arrivare il paragone sarcastico: BELEN RODRIGUEZ! SONO BELEN RODRIGUEZ? O NO? CONCIATA COSÌ. OGGI.


È con questo video che nasce il fenomeno TACCHI ALTI, che diventa -a sua insaputa- il suo nome d'arte, quasi il suo nickname! Ma a differenza di altre stelle di Youtube, che girano video con un'indole vanitosa e perfida (vedi, il solito porco di Gemmadelsud), Valentina è una ragazza semplice che vuole solo divertirsi, cantando e ballando.



In seguito a offese e minacce, i video di Valentina sono diventati privati e visibili solo ai suoi amici di Facebook, ma riescono ad arrivare su Youtube caricati da altri utenti che li divulgano in tutta Italia, lasciando spazio libero a commentatori che, però, prendono in giro Tacchi Alti dandole della "handicappata gay in pigiama". Giustamente lei -per l'occasione in versione ARISIA- si ribella e pubblica addirittura un video polemico in cui diventa un SERPENTE VELENOSO:



Ciò che la gente non capisce è che i video che Valentina fa sono un modo come un altro per distrarsi e per divertirsi, cercando di togliersi dalla testa altri pensieri che coinvolgono un ragazzo, Massimo, di cui lei è innamorata. Ce lo rivela, con il cuore in mano e il magone in gola, in questo video che ho trovato molto triste e toccante:



Con una natura di sentimenti così sincera ed onesta -un amore alla Kiss Me Licia- avrei voluto avviare una campagna di solidarietà per trovare Massimo e invitarlo ad accettare l'amicizia su Facebook da parte di Valentina, ma noto ora la notizia fresca fresca, di soli pochi giorni fa: lui l'ha rifiutata.





Allora mi rivolgo a te, Tacchi alti: NON PRENDERTELA! Non permettere alle altre persone, che siano Massimo o i commentatori di Youtube, di farti buttare giù. Lasciali friggere nella loro cattiveria inutile, nella loro indifferenza abissale, che spariscano mentre tu torni a divertirti, ballare e cantare come hai sempre fatto!


Lasciati l'inverno dell'anima alle spalle e torna DIVA DELLA NOTTE, così!!!!!!!




lunedì 3 gennaio 2011

La REGINA DEL LISCIO ITALIANO canta mazurke per anziani maliziosetti

Lo ammetto. Quando avevo 13 anni, insieme ai miei amici rubai un cd da un ipermercato. Era un gesto infantile fatto per gioco, per la voglia di fare qualcosa di diverso, anche perché quel cd costava due euro e ovviamente ce lo saremmo potuti permettere. Il cd in questione era una vera poracciata: UNA DONNA COME ME di TITTI BIANCHI.

Un titolo così accattivante e una copertina travolgente che raffigurava una donna di mezza età con una giacchetta in ecopelle (o plastica) arancione davvero FIERCE furono i motivi che ci spinsero ad un gesto così inappropriato (per cui in seguito scontammo una condanna).

Informazione TRASHY: nel cofanetto del cd c'era anche il poster di Titti con una sua foto e l'ambiguissima frase:
TI ASPETTO AL CONCERTO PER... L'AUTOGRAFO.

In un attimo le canzoni mi rapirono. Quel pover uomo di mio padre che accompagnava me ed i miei amici a scuola e veniva a riprenderci, doveva sorbirsi il cd di Titti che urlava IL TRENO VA, VELOCE COME IL VENTO o VOGLIO FARE UNA RUMBA COL RITMO DI SAMBA.

Special mention anche ai miei amici che per il mio 20esimo compleanno mi regalarono un altro album di Titti, LA NAVE DELL'AMORE


Questo gioiellino contiene numerose mazurke dai testi provocatori dedicati a mariti ormai in andropausa ("tu mi carichi la molla anche se son quasi in coma. Come ormai tutte le notti mi fai pel e contropel, ma ricordati mia cara che non sono DURACELL" da "L'ape regina"), o a mogli che tradiscono i mariti con compagni di ballo ("io mi consolo, rido di te con l'amico tuo più caro che mi bacia e grido OLÈ" da "La mazurka delle corna") o al desiderio di amanti latini ("e poi l'amor si farà. una strada nell'oscurità" da "Serenata andalusa").


E poi, un bel giorno, arrivò Youtube. E la casa discografica di Titti decise saggiamente di pubblicare i suoi fantastici videoclip sul web! Nuovi orizzonti si aprono per gli anziani appassionati di liscio (aka amanti del trash), canzoni stupefacenti con video inaspettati e inadeguati, come...

GLI ANTA
Una serie di scatti rubati dal mobile delle fotografie di casa Titti ci introduce a questo inno alle donne che superano i 39 anni. Il video inizia con una giovane scioccherella pronta a pedalare. Compare Titti rinchiusa in un castello che ha come unico svago la canzone dei tempi ormai andati... Ma MAGIA! Fuggita dal castello, molleggia in bicicletta e pedala (contromano). In attesa al passaggio a livello, Titti viene raggiunta da altri ventimila ciclisti di tutte le età che la seguono: è un raduno!


BAMBOLA (feat. il manichino di Zara Man)
Un bianco & nero pieno di mistero si alterna a delle scene a colori fatte di danze sfrenate sotto l'occhio vigile di un manichino di Zara che non dà a Titti quello che lei si aspetta.


SORELLA MIA
Ma.. Ma... Sorpresa! In questo video compare un'ospite inattesa (innominata), che avvia una mutuale dedica di ricordi dell'essere sorelle (guardando foto d'epoca che sono state portate per l'occasione)! Scopriamo qui che Titti si lamentava del fatto che il suo ragazzo guardasse la sorella, e l'Innominata invece rubava la minigonna con le scarpe blu! Ma questi litigi sono ormai storia, dato che le sorelle fluttuano felici per una città marittima (o lacustre?)

IO TI SGRIDAVO... E TU CORREVI DA MAMMÀ.